9 settembre 2024
Di Martina Ginasi ed Emanuele Martinelli
Come si è evoluto in questi anni il rapporto tra Consip ed Enea?
La collaborazione con Enea è iniziata più di 10 anni fa, con il recepimento da parte di Consip della metodologia Public Energy Living Lab per l’Illuminazione Pubblica (PELL-IP), allora agli albori, all’interno dell’iniziativa di gara “Servizio Luce”. Si è dimostrata un grande laboratorio di sperimentazione; quando abbiamo introdotto l’obbligo per i fornitori di inserire i dati provenienti dai comuni nella piattaforma PELL-IP, non avevamo ancora la piena contezza delle potenzialità dello strumento. Nel corso degli anni, questo processo si è trasformato in una sorta di linea guida. Con lo sviluppo dei contratti, la misurazione delle attività è diventata fondamentale e il PELL si è dimostrato un sistema di monitoraggio estremamente utile. Grazie a questa piattaforma, anche Consip può accedere ai dati delle pubbliche amministrazioni e può quindi conoscere, per esempio, la tipologia di lampada utilizzata per ogni singolo punto luce. In precedenza, questi dati potevano essere ottenuti solo attraverso report specifici da richiedere al fornitore, per il quale renderli disponibili in maniera puntuale non era sempre semplice ed immediato.
I fornitori di prodotti e tecnologie al servizio dei comuni hanno colto da subito l’opportunità oppure è stata percepita e maturata nel tempo?
All’inizio alcuni di essi trovavano questa procedura onerosa, in realtà col tempo si è dimostrata utile anche per i fornitori poiché ha consentito di poter accedere ai dati secondo criteri che di solito si applicano a un censimento; consapevoli dei vantaggi ottenuti, le dinamiche si sono dimostrate più fluide. Il Public Energy Living Lab ha avuto, dunque, un’evoluzione significativa nel settore dell’illuminazione pubblica, anche perché i punti luce rappresentano un’infrastruttura sicuramente più semplice da schematizzare rispetto a un edificio da efficientare. Il cambio di una lampada è immediato e offre un beneficio tangibile che può essere subito misurato. Oggi attraverso il PELL-IP è anche possibile accedere a vari servizi; per esempio, recentemente è stata implementata una funzionalità a disposizione delle imprese che facilita la raccolta e il rilascio dei dati tecnici necessari per richiedere i certificati bianchi al GSE.
Il rapporto Consip-Enea si può dire che abbia migliorato l’approccio ai progetti, nella direzione di una maggior attenzione alla qualità?
L’ambito dell’efficientamento energetico è certamente complesso; quando si parte da un parco impiantistico non avanzato, i primi obiettivi sono senz’altro più semplici da raggiungere, grazie a interventi consolidati e immediati da eseguire. Le prime iniziative di servizio integrato in Consip, che riguardavano illuminazione pubblica ed edifici, erano orientate alla standardizzazione degli interventi, grazie anche all’adozione di un contratto standard. In questo modo siamo riusciti ad accendere un riflettore sull’importanza dell’efficientamento energetico nella PA, cambiando dall’interno la modalità di gestione dei propri beni. Ora dobbiamo compiere un passo successivo, ossia far rientrare nei contratti gli impianti che hanno già superato un primo livello di efficientamento; questo ci aiuterà a migliorare ancora gli strumenti da offrire alle PA, soluzioni più articolate in grado di far compiere un ulteriore passo in avanti.
In qualche modo la vostra attività ha democratizzato l’efficientamento energetico.
Uno dei punti critici riguardava il fatto che gli interventi di efficientamento energetico ricadevano nella spesa in conto capitale, che spesso, per necessità, è stata oggetto nel tempo di iniziative di contenimento con effetti sulla riduzione dei fondi disponibili. In questo contesto, si colloca lo strumento dell’Energy Performance Contract (EPC) che permette alla PA – a seguito del pagamento di un canone e, quindi, con una spesa nota ex-ante ed imputata nelle poste correnti – di ottenere risparmi ed investimenti in innovazione che il fornitore mette in atto per rendere più efficiente l’impianto in gestione. Questo ha permesso alla PA di finanziare gli interventi in maniera graduale, facendoli ricadere nella spesa corrente ed evitando la complessità e i rischi della spesa in conto capitale.
Su quali nuovi progetti state lavorando con Enea?
Il PELL si sta aprendo a scuole e ospedali, senz’altro le strutture più energivore della Pubblica Amministrazione, offrendo un ampio margine di risparmio e di innovazione del servizio; un grande piano che si unisce all’intervento sugli uffici per traguardare, complessivamente, il miglioramento della sostenibilità del parco impiantistico e immobiliare del territorio.
Scenario che favorisce naturalmente la collaborazione tra Enea e Consip; ci riteniamo una buona cinghia di trasmissione con le pubbliche amministrazioni locali, di cui conosciamo i bisogni e con cui abbiamo un dialogo continuativo grazie alle nostre molteplici iniziative.
È bene infatti ricordare che l’attività parte direttamente dal fabbisogno della Pubblica Amministrazione, identificato dal rapporto con i comuni o attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), come accaduto per esempio con la legge di bilancio del 2016 che ha destinato fondi specifici per l’illuminazione pubblica. In questo contesto, si accende il faro delle iniziative congiunte, dove norme e regolamenti europei giocano un ruolo cruciale, fornendo input sia a noi che a Enea. Quando avviamo un progetto, partiamo dal quadro normativo di riferimento, europeo e italiano, che monitoriamo attraverso una reportistica dettagliata; questo ci consente di valutare gli interventi, i tempi e i costi, garantendo che ogni cambiamento sia effettuato in coerenza con norme e indirizzi tecnici di settore.
Oggi uno dei temi più dibattuti riguarda le competenze e la formazione; considerando tre macro soggetti – Consip, Enea e PA locale – quante simmetrie e asimmetrie riscontri?
Consip ed Enea condividono una similitudine essenziale: sono entrambe realtà tecniche dotate di conoscenze specializzate. Questo allineamento è fondamentale per il lavoro collaborativo tra i due enti e, sinergicamente, verso la Pubblica Amministrazione.
Siamo consapevoli che il nostro ruolo è quello di supportare gli enti locali offrendo soluzioni efficaci e testate; monitorando attentamente i contratti, permettiamo ai funzionari pubblici di gestire al meglio i fornitori e di riceverne garanzie di efficacia ed efficienza sul risultato.
Il privato in questo circolo virtuoso ha certamente un peso.
L’obiettivo principale è mettere in condizioni l’operatore economico di fare l’offerta più consona a ogni singola amministrazione; deve crearsi un equilibrio e proprio in questo risiede la complessità ma pure il senso del nostro compito. L’obiettivo per Consip è di far sì che il fornitore generi innovazione nei confronti della PA avendone comunque un corretto ritorno, con risorse che potrà poi rinvestire per il bene pubblico. Anche la PA deve attivare, sempre più, strategie di sviluppo e spesso siamo coinvolti in gruppi di lavoro che si occupano di innovazione e creano linee guida, anche in riferimento al recepimento delle numerose direttive europee.
Innovazione tecnologica e nei processi, un connubio fondamentale in questo scenario di mercato che sempre più necessita di mediazione tenendo in equilibrio tutte le parti in causa.
Grazie alle conoscenze multidisciplinari acquisite, il percorso intrapreso è caratterizzato da un quadro di competenze che guida le decisioni, combinando le potenzialità della rapida evoluzione tecnologica in atto. Ricordo che al lancio del Servizio Luce nella sua prima edizione, l’uso dei LED non era ancora diffuso; l’evolversi della tecnologia ha cambiato lo scenario e i contratti con un’intersezione tra conoscenze acquisite, tecnologie e regolamentazione, da cui è emersa la direzione da seguire. Il nostro obiettivo è dunque quello di generare risparmio nella spesa pubblica e acquistare valore, anche in termini di innovazione, conoscenza e professionalità, attivando e incentivando peraltro nuovi processi.