Efficienza gestionale per la creazione di Smart City

Intervista a Nicoletta Gozo, Referente Roll Out Tecnologico e Rapporti con Istituzioni e Stakeholder – Coordinatrice Progetto Lumière&Pell/ SmartItaly Goal/UCUM

Divisione Strumenti e servizi per le infrastrutture critiche e le Comunità Energetiche Enea

Dottoressa Gozo, come è cambiato oggi il concetto di efficienza per quanto riguarda infrastrutture ed edifici?

Siamo entrati in una nuova fase passando da concetti di efficienza energetica a quelli di efficienza gestionale. In passato, l’obiettivo primario consisteva nel diminuire i consumi di energia e i costi grazie all’introduzione di nuove tecnologie, senza necessariamente concentrarsi sull’efficienza energetica in sé. Ad esempio, si sostituivano vecchie automobili con motori più potenti e performanti che consumavano meno carburante, consentendo così di percorrere più chilometri con un minor consumo. O ancora, la sostituzione dell’illuminazione pubblica con tecnologia LED ha portato ad una riduzione del 50/60% dei consumi energetici tramutabili quindi in una riduzione di costi. Questo cambio era principalmente tecnologico ma non necessariamente orientato all’efficienza a 360°, dato che il bisogno primario che veniva soddisfatto era la riduzione dei costi.

Oggi è stato fatto un ulteriore passo, in un’ottica che va verso le Smart City e le Smart Land; l’obiettivo non è più solo ridurre i consumi e i costi energetici, ma si è tracciata una traiettoria molto più ampia al fine di raggiungere un’efficienza gestionale complessiva. L’efficienza energetica è certamente un elemento importante ma non l’unico. Il concetto di Smart City infatti si basa sull’approccio di conoscenza del territorio e delle sue specificità, al fine di fornire servizi su misura e soddisfare le esigenze dei cittadini. Si parte da una profonda comprensione dell’area dove si opera, delle vocazioni, delle peculiarità e delle esigenze dei cittadini stessi per gestire e fornire servizi sempre più personalizzati.

Grazie alle soluzioni digitali e alle tecnologie, è possibile raccogliere e analizzare grandi quantità di informazioni per ottimizzare i servizi. Ad esempio, nell’illuminazione pubblica, oltre al semplice cambio tecnologico, si può implementare un sistema di illuminazione adattiva, che regola il flusso luminoso in base alle esigenze effettive, riducendo ulteriormente i consumi energetici. Questo principio può essere applicato a qualsiasi processo o servizio, fornendo informazioni e dati alla PA, alle Esco, alle Utility con tutti i benefici che ne conseguono.

Si tratta di un cambio netto del concetto di Smart City.

Le Smart City si basano principalmente sulla conoscenza approfondita di un tessuto urbano, di un territorio. Da parte di Enea, abbiamo avviato una serie di progetti per stabilire standard minimi di conoscenza, monitoraggio e valutazione sia per aree fortemente antropizzate che per aree vaste, con un focus sulle infrastrutture, in particolare quelle ad elevato consumo energetico. Nel tempo abbiamo incluso servizi per un contesto territoriale più ampio andando andando ad approfondire connotazioni proprie delle Smart Land.

Grazie al progetto Lumière focalizzato sull’illuminazione pubblica, abbiamo dunque introdotto sia soluzioni metodologiche che tecnologiche. Sul fronte metodologico, abbiamo identificato i dati essenziali che ogni comune dovrebbe avere relativamente al proprio impianto, al fine di standardizzarli e renderli disponibili sia a livello locale che nazionale. Sul fronte tecnologico, abbiamo sviluppato invece una piattaforma per consentire ai comuni di caricare e visualizzare questi dati, a favore anche delle società di gestione degli impianti. L’obiettivo è sempre quello di rispondere alle domande e alle esigenze dei cittadini e delle istituzioni, fornendo informazioni dettagliate e precise.

Tuttavia, affinché questo approccio sia efficace, è necessario che i comuni coinvolti partecipino attivamente, caricando i dati e adottando questa metodologia come prassi quotidiana; attraverso un software Enea che già oggi è utilizzabile non solo per l’illuminazione pubblica, ma anche per le scuole, gli ospedali e i musei, con un approccio collaborativo che coinvolge vari attori del settore.

Enea sta dando un contributo fondamentale per l’evoluzione delle pubbliche amministrazioni locali.

Va in questa direzione il progetto Urban Check Up Model, in grado di valutare l’innovazione di un comune e l’utilizzo dei dati all’interno della sua amministrazione. Un progetto che mira a ottimizzare l’efficienza gestionale e l’utilizzo dei servizi, garantendo che i dati siano impiegati in modo efficace e utile per la comunità. In questo contesto, è essenziale considerare i dati come risorse strategiche, che devono essere gestite e utilizzate in modo efficienti ed efficaci per massimizzare il beneficio per la società.

Inoltre, abbiamo messo a sistema il progetto Smart City Platform, che si concentra sul monitoraggio dinamico della città, osservando il suo stato di salute e funzionamento dal punto di vista dei cittadini, nonché degli aspetti ambientali come la mobilità e il clima. La piattaforma offre una visione diversa della città, suddividendo i contesti urbani in diversi livelli o layers. Questo approccio consente di fornire agli amministratori un’immagine completa e dinamica del territorio, aggiornata regolarmente, che riflette non solo lo stato attuale, ma anche il modo in cui la città è vissuta e utilizzata dai suoi abitanti. Grazie a questi dati, gli amministratori possono adattare i servizi in base alle effettive esigenze della comunità, fornendo un supporto mirato ed efficiente.

Si tratta di strumenti utilizzabili sia da grandi città che piccoli centri; può citare un caso in cui l’amministrazione pubblica abbia colto pienamente le potenzialità di questi strumenti?

La città di Livorno è stata tra le prime ad adottare il PELL (Public Energy Living Lab) per monitorare lo stato dell’illuminazione pubblica attraverso una sezione dedicata sul proprio sito web; visualizzando informazioni dettagliate riguardanti il numero di punti luce, il tipo di lampade installate, i vari servizi offerti e i relativi consumi energetici. Con una scheda censimento che contiene una serie di dati che consideriamo strategici, e che potrebbero evolversi in futuro. La scheda deve essere aggiornata regolarmente per riflettere i progressi tecnologici e le mutevoli esigenze della comunità. Con l’avanzare delle tecnologie e l’introduzione di nuovi servizi, le informazioni necessarie potrebbero cambiare, ampliando lo standard minimo e il panorama delle informazioni disponibili.

Uno strumento fondamentale anche per indirizzare gli investimenti, sia a livello locale che a livello di governance regionale, assicurando che le risorse siano impiegate in modo efficace e mirato per soddisfare le esigenze delle comunità.

Un secondo progetto di grande valore anche simbolico è quello di Pitigliano in provincia di Grosseto, che vuol creare i presupposti per uno standard minimo di innovazione per i piccoli comuni italiani. Leggerete su questo sito approfondimenti su questo progetto che abbiamo condiviso in particolare con Open Fiber e una serie di partner tecnologici.

In generale ricavare dati puntuali da edifici pubblici è una conditio essenziale per promuovere per esempio le comunità energetiche. Ma pure per avere consapevolezza sui livelli di vulnerabilità sismica aspetti basilari fondamentali per pianificare in modo efficace manutenzione o investimenti.

Il concetto di standard minimi di innovazione inoltre, pone l’accento sul livello di digitalizzazione e conoscenza delle proprie infrastrutture. Un percorso cruciale se vogliamo avere città intelligenti e comunità energetiche, poiché fornisce basi solide su cui costruire piani e progettualità.

Come si può collaborare con Enea su questi progetti?

Operiamo attraverso tavoli tematici dedicati all’illuminazione pubblica, agli edifici; o su progetti territoriali come quello di Pitigliano. Ogni tavolo è aperto a chiunque voglia contribuire e collaborare per raggiungere gli obiettivi posti Non vi è alcun costo associato alla partecipazione né ci sono compensazioni finanziarie perché crediamo nella democratizzazione delle idee e nella canalizzazione delle energie per il bene comune.

I nostri tavoli sono un’opportunità per condividere idee e contributi, dando voce a tutti, indipendentemente dalle dimensioni delle aziende o dalla natura del settore di appartenenza. Lavoriamo insieme per un obiettivo comune, che è quello di contribuire al progresso del nostro sistema paese.

È fondamentale comprendere che oltre all’innovazioni tecnologica, è necessaria una profonda transizione culturale. Senza di essa potremmo non sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie per migliorare la nostra società.

 

Come è cambiato oggi il concetto di efficienza energetica?

Ritengo che il termine efficienza energetica sia riduttivo. In passato, l’obiettivo primario consisteva nel diminuire i consumi di energia e i costi grazie all’introduzione di nuove tecnologie, senza necessariamente concentrarsi sull’efficienza energetica in sé. Ad esempio, si sostituivano vecchie automobili con motori più potenti e performanti che consumavano meno carburante, consentendo così di percorrere più chilometri con un minor consumo. O ancora, la sostituzione dell’illuminazione pubblica con tecnologia LED ha portato ad una riduzione del 50/60% dei consumi energetici tramutabili quindi in una riduzione di costi. Questo cambio era principalmente tecnologico ma non necessariamente orientato all’efficienza energetica, il bisogno primario che veniva soddisfatto era la riduzione dei costi.

Ad oggi è stato fatto un ulteriore passo, soprattutto nell’ambito delle smart city, l’obiettivo non è più solo ridurre i consumi e i costi energetici, ma è molto più ampio: si tratta di raggiungere un’efficienza gestionale complessiva. L’efficienza energetica è certamente un elemento importante ma non l’unico. Il concetto di smart city infatti si basa sull’approccio di conoscenza del territorio e delle sue specificità, al fine di fornire servizi su misura per le esigenze dei cittadini. Si parte da una profonda comprensione dell’area dove si opera, delle vocazioni, delle peculiarità e delle esigenze dei cittadini, per gestire e fornire servizi personalizzati.

Grazie alle soluzioni digitali e alle tecnologie, è possibile raccogliere e analizzare grandi quantità di informazioni per ottimizzare i servizi. Ad esempio, nell’illuminazione pubblica, oltre al semplice cambio tecnologico, si può implementare un sistema di illuminazione adattiva, che regola il flusso luminoso in base alle esigenze effettive, riducendo ulteriormente i consumi energetici. Questo principio può essere applicato a qualsiasi processo o servizio, rendendo il concetto di efficienza energetica limitato e riduttivo.

Assistiamo quindi ad un’evoluzione del concetto di smart city?

Abbiamo definito la smart city come l’ideale cittadino, che si basa sulla conoscenza approfondita del territorio. Da parte di Enea, abbiamo avviato una serie di progetti per stabilire uno standard minimo di conoscenza, monitoraggio e valutazione del territorio, con un focus sulle infrastrutture, in particolare quelle ad elevato consumo energetico. Inizialmente, nel 2006, l’obiettivo principale era l’efficienza energetica e la riduzione dei costi. Successivamente, abbiamo ampliato il nostro approccio per includere servizi e il contesto territoriale, compresa una visione più ampia del territorio come Smart Land.

Il nostro primo progetto è stato Lumière, focalizzato sull’illuminazione pubblica, dove abbiamo introdotto sia soluzioni metodologiche che tecnologiche. Sul fronte metodologico, abbiamo identificato i dati essenziali che ogni comune dovrebbe avere sul proprio impianto, al fine di standardizzarli e renderli disponibili sia a livello locale che nazionale. Sul fronte tecnologico, abbiamo sviluppato invece una piattaforma per consentire ai comuni di caricare e visualizzare questi dati, allo stesso modo per le società che gestiscono gli impianti. L’obiettivo è quello di rispondere alle domande e alle esigenze dei cittadini e delle istituzioni, fornendo informazioni dettagliate e precise.

Tuttavia, affinché questo approccio sia efficace, è necessario che tutti i comuni partecipino attivamente, caricando i dati e adottando questa metodologia come prassi comune. Questo software è utilizzabile non solo per l’illuminazione pubblica, ma anche per le scuole, gli ospedali e i musei, con un approccio collaborativo che coinvolge vari attori del settore.

Abbiamo inoltre avviato il progetto Urban Check Up Model, un’evoluzione che valuta l’innovazione di un comune e l’utilizzo dei dati all’interno della sua amministrazione. Questo progetto mira a ottimizzare l’efficienza gestionale e l’utilizzo dei servizi, garantendo che i dati siano impiegati in modo efficace e benefico per la comunità. In questo contesto, è essenziale considerare i dati come risorse strategiche, che devono essere gestite e utilizzate in modo efficiente per massimizzare il beneficio per la società.

Inoltre, c’è il progetto Smart City Club, che si concentra sul monitoraggio dinamico della città, osservando il suo stato di salute e funzionamento dal punto di vista dei cittadini, nonché degli aspetti ambientali come la mobilità e il clima. Questo progetto offre una visione diversa della città, suddividendo i contesti urbani in diversi livelli o layers. Questo approccio consente di fornire agli amministratori un’immagine completa e dinamica del territorio, aggiornata regolarmente, che riflette non solo lo stato attuale, ma anche il modo in cui la città è vissuta e utilizzata dai suoi abitanti. Grazie a questi dati, gli amministratori possono adattare i servizi in base alle effettive esigenze della comunità, fornendo un supporto mirato ed efficiente.

I progetti sono quindi utilizzabili sia dalle grandi metropoli che dai piccoli comuni, che rappresentano poi la maggior parte del tessuto del nostro paese, quali sono i punti critici che andate ad affrontare quando illustrate i progetti?

Il progetto di Livorno per esempio è stato un’iniziativa particolare, focalizzata esclusivamente sull’illuminazione pubblica, è uno dei primi esempi di applicazione del PELL (Public Energy Living Lab). Livorno è stato uno dei primi comuni ad adottare questa piattaforma, consentendo all’amministrazione di monitorare lo stato dell’impianto luminoso attraverso una sezione dedicata sul proprio sito web. Qui, l’amministrazione può visualizzare informazioni dettagliate riguardanti il numero di punti luce, il tipo di lampade installate, i vari servizi offerti e i relativi consumi energetici.

È importante notare che la scheda di censimento contiene una serie di dati che attualmente consideriamo strategici, ma che potrebbero evolversi in futuro. La scheda deve essere aggiornata regolarmente per riflettere i progressi tecnologici e le mutevoli esigenze della comunità. Con l’avanzare delle tecnologie e l’introduzione di nuovi servizi, le informazioni necessarie potrebbero cambiare, ampliando lo standard minimo e il panorama delle informazioni disponibili.

Questo aspetto è cruciale nell’indirizzare gli investimenti, sia a livello locale che a livello di governance, assicurando che le risorse siano impiegate in modo efficace e mirato per soddisfare le esigenze in evoluzione della comunità.

Il progetto di Vitigliano invece introduce un’altra ambizione su cui stiamo lavorando, ovvero creare uno standard minimo di innovazione per i comuni italiani. Questo standard definisce le caratteristiche essenziali che ogni comune dovrebbe avere per promuovere le comunità energetiche, ponendo le scuole come punto di partenza.

Prima di affrontare il concetto di comunità energetica in una scuola, è fondamentale avere una conoscenza dettagliata dell’edificio, che attualmente manca. Non solo dobbiamo considerare i livelli di vulnerabilità sismica e i consumi energetici, ma anche altri aspetti basilari che sono fondamentali per pianificare in modo efficace.

Lo standard minimo di innovazione cerca di definire quali servizi e conoscenze sono essenziali per tutti i comuni a livello nazionale. Questi includono l’appartenenza a una rete, la digitalizzazione e la conoscenza delle proprie infrastrutture. Inoltre, l’introduzione di nuovi modelli gestionali di nuova generazione, che sfruttano grandi quantità di dati e processi digitalizzati per gestire le infrastrutture, è al centro di questo obiettivo.

Questo percorso verso lo sviluppo di uno standard minimo di innovazione è cruciale per il progresso verso città intelligenti e comunità energetiche, poiché fornisce una base solida su cui si può iniziare a costruire.

Come può ogni soggetto collaborare con voi in modo pratico, si può contattare direttamente la struttura per capire quali progetti avete in corso oppure è necessario passare da una società di consulenza, tecnologiche piuttosto che utility?

Noi lavoriamo attraverso tavoli dedicati ai progetti, come il tavolo sull’illuminazione pubblica, sugli ospedali, sulle scuole o sul progetto Vitigliano. Ogni tavolo è aperto a chiunque voglia contribuire e collaborare per raggiungere gli obiettivi. Non vi è alcun costo associato alla partecipazione né ci sono compensazioni finanziarie perché crediamo nella democratizzazione delle idee e nella canalizzazione delle energie per il bene comune.

I nostri tavoli sono un’opportunità per condividere idee e contributi, dando voce a tutti, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda o dalla natura del settore. Lavoriamo insieme per un obiettivo comune, che è quello di contribuire al progresso del nostro sistema paese.

È fondamentale comprendere che oltre alle innovazioni tecnologiche, è necessaria una profonda transizione culturale. Senza di essa potremmo non sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie per migliorare la nostra società. Pertanto, è importante tenere in considerazione anche questo aspetto mentre lavoriamo verso il nostro obiettivo.